Cos’è il Temporary Manager ?
Il Temporary Management Vi dà accesso istantaneo a un manager “dalle spalle larghe e con forte propensione operativa” con un solido percorso professionale adatto ai Vostri bisogni
I Temporary Manager sono normalmente impiegati per periodi brevi che variano dai 3 ai 9 mesi ai 12 mesi, per aiutare le imprese che si trovano in fase di riorganizzazione, in fase di ridefinizione delle strategie oppure per colmare dei vuoti organizzativi critici. Un’organizzazione può anche scegliere la via del management temporaneo, perché il ruolo che serve coprire non è un ruolo permanente oppure perché non è possibile trovare un manager permanente nei tempi richiesti. Quale che sia la ragione, i Temporary Manager offrono importanti benefici:
Rapidità – sono disponibili ad iniziare l’attività nel giro di qualche giorno – con il minimo di formalità per il loro ingaggio e per la loro successiva uscita di scena.
Esperienza – i Temporary Manager sono normalmente sovra qualificati per il ruolo loro affidato.
Risultati – sono solamente tanto bravi quanto hanno dimostrato durante il loro ultimo ingaggio – perciò le loro referenze e i loro risultati contano veramente. Sono abituati ad essere valutati sulla base dei risultati e perciò sanno focalizzarsi sulla riuscita dei progetti loro affidati.
Trasferimento di conoscenze – essi trasferiranno alla Vostra organizzazione importanti competenze, contatti ed esperienze, che saranno utilizzati a lungo anche dopo la loro partenza.
Obiettività – mentre sono sensibili alla Vostra cultura aziendale, essi non si sentiranno condizionati dalla politica interna, dai conflitti di personalità o dai protocolli.
Focalizzazione – ad essi possono essere affidati importanti progetti e i risultati misurati in rapporto agli stessi.
Implicazione – si, essi possono agire come consulenti della Direzione – ma sanno anche rimboccarsi le maniche e implementare la strategia.
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Parola d’ordine “Flessibilità al vertice” per il manager in affitto
Il Temporary Management è una soluzione moderna ed efficace per gestire fasi strategiche dello sviluppo aziendale come i passaggi di proprietà o di generazione, il lancio di un nuovo prodotto, l’espansione verso nuovi mercati, la copertura di un improvviso vuoto direzionale.
L’impresa che adotta questa soluzione sa esattamente quanto deve spendere e i tempi d’implementazione del progetto. Alla fine il Temporary Manager, di seguito denominato TM, esce dall’azienda senza alcun costo imprevisto per la gestione.
La flessibilità è una parola “magica” a cui ormai nessuna azienda può rinunziare se non vuole rischiare di arrivare in ritardo sulle opportunità di mercato o quando i giochi ormai sono già stati fatti.
Cercherò di spiegare gli aspetti fondamentali del TM, chiarendo alcune confusioni causate dall’ancora relativamente scarsa diffusione in Italia di questo strumento di management.
Partiamo dalla Definizione di Temporary Management per chiarire la differenza tra questa nuova figura e quella di un consulente: affidamento della gestione di un’impresa o di una sua parte a un manager (TM) maturo, altamente qualificato e motivato, al fine di garantire continuità all’organizzazione, accrescendone le competenze manageriali esistenti, e risolvendo al contempo alcuni momenti critici, sia negativi (tagli, riassestamento economico e finanziario) che positivi (crescita, sviluppo di nuovi business), fornendo un risultato specifico entro un tempo ben definito.
La crisi mondiale che ha investito molte imprese, ha messo sul mercato del lavoro dirigenziale un alto numero di manager dotati di buone caratteristiche professionali. Ma non è detto che siano dei TM. Nella realtà esistono molti miti e luoghi comuni che, a causa di una scarsa conoscenza dello strumento e delle modalità operative, creano un freno allo sviluppo del mercato dei TM.
Il TM non è un consulente: il consulente consiglia e altri eseguono; il TM gestisce ed esegue. Per fare ciò il TM opera per un solo progetto e vive a tempo pieno nell’azienda. Il consulente può seguire diverse imprese operando in maniera asettica rispetto al day-by-day.
Il TM non è alternativo alla consulenza ma è una professionalità diversa che richiede attitudini, modi di operare, motivazioni e competenze diverse da quelle del consulente.
Per un TM, gestione significa che il manager viene dotato di tutte le opportune leve (poteri, deleghe) in grado di permettergli di operare con determinazione e senza incertezze.
Il TM è una modalità per acquisire risorse di supporto alla gestione accanto alla dirigenza esistente. Per le PMI rappresenta un modo per “portare in casa” competenze di alto livello a costi (investimenti) accessibili e certi.
Diventare TM è sostanzialmente un percorso mentale e professionale: naturalmente non vanno escluse le competenze tecniche specifiche dell’intervento da effettuare. Questo fa la differenza tra un TM professionale rispetto a un altro dirigente.
Completano il profilo del TM un’età superiore ai 40/45 anni, carisma, capacità di comunicare e di rapido inserimento in strutture e organizzazioni semplici o sofisticate come quelle delle multinazionali.
Visto in questi termini il TM è, pertanto, un’ottima opportunità per la PMI che possono disporre di professionalità di notevole spessore per il tempo necessario. Questa soluzione è molto più flessibile e meno costosa di un dirigente assunto a tempo indeterminato.
La tendenza Europea
Il ricorso al temporary management si sta radicando in Europa come uno dei modelli privilegiati per gestire l’accelerazione del cambiamento e dell’innovazione nelle imprese.
Protagonisti di questo trend in crescita sono senior project manager, ex-dirigenti o top manager che hanno deciso di proseguire la propria carriera non tanto seguendo l’iter gerarchico aziendale, bensì sulla base di progetti sempre più sfidanti, per sé e per le imprese che li ingaggiano:
- la “sistemazione” di una business unit nell’ottica di una sua vendita;
- la conduzione di un cambiamento strategico o di un turnaround;
- il lancio di nuove attività all’estero;
- il governo di periodi di transizione,
- lo sviluppo di manager permanenti.
Cosa serve per essere un Buon Temporary Manager?
Alcuni consigli prima di scegliere questo tipo di attività professionale specilizzata.
Essere un buon temporary manager non è lo stesso che essere un “buon manager” in un ruolo aziendale permanente. Prima di affrontare il primo progetto di management temporaneo, è utile che consideri i punti seguenti:
Vantare un CV veramente buono con un percorso professionale che testimoni i successi raggiunti.
Essere fisicamente e mentalmente in condizione di iniziare un nuovo progetto ogni sei mesi.
Essere finanziariamente, in condizione di poter sopravvivere a periodi, di durata variabile, tra un incarico e l’altro.
presentarsi bene nel corso di interviste.
Possedere la capacità di valutare rapidamente le situazioni in ambienti totalmente nuovi
Essere capace di analisi rapida, di sviluppare soluzioni e poi di implementarle nel rispetto dei tempi e del budget.
Ottima capacità di networking per trovare le opportunità. I benefici del temporary management non sono sempre riconosciuti su vasta scala e che gli incarichi spesso rappresentano la risposta a situazioni di crisi.
Essere disposti passare spesso molto tempo lontano da casa perché i progetti sono normalmente distanti per permettere di ritornare in giornata.
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